domenica 21 luglio 2013

Da dove vengo e dove andrò.....

Ieri sera, per caso, tra 2 chiacchiere con un'amica e la scrittura di questo blog, mi sono ritrovato dentro ad uno dei miei vecchi blog, uno di quei siti che solamente poche persone conoscono, e mi sono trovato a riflettere su tante cose.
Le riflessioni che sorgono sono tante, su di me, sulle aspettative che avevo verso questo viaggio di vita in giappone, verso il mio passato e tanto altro....
E' divertente andare a rileggere i propri pensieri passati, le proprie farneticazioni profonde o pseudotali, le bimbominchiate da adolescente scritte da un ragazzo di 25 o 26 anni, se non di uno di 20 anni se vado a riesumare il mio primo e vecchissimo blog.
Oggi guardo a quei pezzi con una profondissima tenerezza, come a dire che oggi sono un'altra persona, e da un certo punto di vista non sono passati che pochi mesi da allora.

Come vedevo questo viaggio in giappone?

Beh allora lo vedevo come una sorta di fuga, come la necessità di scappare da una realtà che mi soffocava, che mi toglieva spazio e ossigeno, da una vita che mi aveva tolto la felicità e che me la stava togliendo ogni giorno di più.Vedevo la mia vita in maniera negativa, guardando alla mia vita sentimentale come l'emblema dei miei fallimenti, senza curarmi che quella era solo una parte di me stesso, e probabilmente quella più insignificante. Non riuscivo a vedere tutto il resto di positivo che c'era accanto e intorno a me.
Ma capiamoci, dal mio punto di vista di allora tutte queste negatività erano concepibili e perfettamente comprensibili:
- venivo da un anno dal punto di vista sentimentale che mi aveva spento e distrutto emotivamente e psicologicamente;
- facevo un lavoro che non mi piaceva ma che facevo al meglio perchè era funzionale al mio progetto di vita, al mio progetto di fuga;
- insegnavo judo in palestra senza avere il tempo di programmare le lezioni e talvolta improvvisando, con un carico emotivo pesante che dovevo in qualche modo controllare perchè avevo a che fare con persone su cui non potevo far ricadere la mia rabbia e la mia frustrazione, inoltre mi sentivo frustrato perchè non riuscivo a trasmettere ai miei bimbi quello che realmente volevo trasmettere, finendo spesso per diventare un cane da guardia che abbaiava e basta;
- dopo anni di impegno in palestra (più sul lato gestionale che sul lato sportivo, ammettiamolo, quando avrei dovuto allenarmi ero troppo stanco fisicamente e psicologicamente e accampavo mille scuse, mille dolori e mille paure tra cui una spalla che mi sono rotto durante un'esibizione e che non ho mai curato per colpa di uno stupidissimo spirito di servizio e per aver sottovalutato la gravità della botta), dopo aver sacrificato i miei studi per il judo, dopo aver dedicato mattine, pomeriggi e sere a questo settore mi sono sentito trattato come un malfattore, come un truffatore, come una persona disonesta intellettualmente prima ancora che moralmente e fisicamente! Mi sono sentito tradito.
- in questo pesantissimo stato emotivo mi sono ritrovato a non avere sfoghi o vie di fuga, per cui ogni negatività dentro di me non poteva uscire o esplodere, ma era in un certo qual modo imbrigliata dalle mie responsabilità e dall'impossibilità di trovare tempo da dedicare a me stesso per canalizzare questa energia che si stava sfogando dentro di me;
- lavoravo assieme a persone per cui ho una grossa stima, ma anche assieme a persone per cui oggi provo una certa pena, persone arroganti senza arte nè parte, persone con un carattere di merda, pronte a tutto pur di pugnalarti o pur di scaricare le loro responsabilità sugli altri, persone che mi hanno mostrato cosa sarei potuto diventare continuando a spararmi addosso in quella maniera oppure continuando a non prendermi i miei spazi per canalizzare quella negatività.

Poi a pochi giorni dalla partenza ci sono stati 2 eventi... Di quegli eventi, di quelle chiacchierate che ti ribaltano completamente la prospettiva, che ti fanno guardare la tua vita attraverso gli occhi altrui, e ti fanno capire che tutto quello che pensavi in realtà non era altro che un meccanismo di auto-sabotaggio, che in realtà attorno a te c'erano e ci sono persone grandiose a cui vuoi bene e che ti vogliono bene.
Uno di questi eventi è stata una mia esplosione, l'aver completamente rotto gli argini e aver sfogato tutta la mia rabbia, tutta la mia frustrazione verso un'amica la cui colpa era stata quella di aver fatto cadere la classica ultima goccia, e da quella goccia si è riversato fuori lo tsunami della mia rabbia..
L'altro evento è stata una classica chiacchierata che ti apre gli occhi.

Un fulmine a ciel sereno che mi ha cambiato la prospettiva di questo viaggio.

Volevo partire per fuggire da quella che era la mia vita, volevo partire per fuggire da me stesso....
Sono partito per ritrovare me stesso!

La dimensione si è ribaltata, sono partito per ricercare la mia dimensione, per occupare il mio spazio, per dare spazio e vita alla mia creatività, ai miei desideri, alle mia passioni e alla mia volontà di crescita.

Prima di partire la mia intenzione era prima di tutto quella di andarmene, liberarmi di tutto quello che aveva pesato su di me, senza rendermi conto che non posso fuggire da me stesso.
E questa consapevolezza è stato il primo gradino...
Ora che sono partito e che ho portato con me solamente me stesso, lasciando a casa le ansie e le negatività della mia vita passata, mi rendo conto che la mia dimensione reale non è in giappone (nonostante io adori questa nazione e la trovi davvero su un altro pianeta rispetto all'italia... un'altra galassia da tutti i punti di vista) la mia dimensione reale è l'italia.
Il Giappone mi è servito e mi servirà per crescere, per creare quelle barriere mentali, quei costrutti, quelle formae mentis che mi permetteranno in Italia di non essere più schiavo degli altri e dell'altrui pensiero o volere, ma di poter essere libero di seguire le mie passioni, le mie volontà, anche da solo.
La vita in Giappone mi sta insegnando ad essere positivamente egoista pur senza dimenticare il mio carattere e la mia generosità verso gli altri. Quel lato di me non si può cancellare.... ma diventerà una cosa di secondo piano.

La prima cosa che sto imparando in questo viaggio psicologico prima ancora che fisico, è che c'è una persona nella mia vita che amo alla follia, e questa persona sono io, e non posso più... non devo piùlasciare ad altri la possibilità di rendermi felice o di togliermi quella felicità.

La mia felicità me la creo io, e chiunque vorrà accompagnarmi nella mia strada è il benvenuto o la benvenuta.

Ora la mia strada che percorro è solo mia,
 e deciderò io quale sarà la mia destinazione,
un passo alla volta, un obiettivo alla volta!

Natural Friday: Un venerdì in mezzo alla natura! (parte 2°)

Dopo una notte nel ryokan termale ed una sveglia improponibile alle 6.30 del mattino, si riparte verso la 3° tappa della gita: la gola di Shosenkyo, una gola naturale scavata dal fiume, una zona decisamente molto suggestiva con un panorama straordinario, come sono state straordinari altri siti naturali che ho visitato nel mio breve passato giapponese.
Giudicate voi!

 




















 
 
 
 
 
 

Dopo una bella scarpinata stavo temendo di dover tornare indietro, quando arriviamo in un paesino disperso in mezzo alle montagne e scopro che i pullman hanno fato il giro per caricarci direttamente in questo villaggio.... se sapevo così avrei fatto molte più foto, soprattutto perchè pensavo che tornando indietro mi sarei fermato in certi punti per fare qualche foto un po' suggestiva.... purtroppo!

Però nel paesino ho scoperto questo tempio in cui non è andato nessuno della scuola e io mi sono messo a fare qualche foto, giustamente perchè sono un maniaco delle foto....

 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 

Dopo questa bella scampagnata arriva la parte mangereccia della gita: un bel passaggio in un'azienda agricola in cui coltivano uva e pesche, in fondo quest'area è nota in Giappone come l'area delle pesche e del vino.
Questa zona è famosa in Giappone per la produzione di uva moscato e di pesche bianche...
E girando nel frutteto ho scoperto una misteriosa pratica a cui non riesco a dare risposta, perchè in giappone coprono i loro frutti con un foglio di carta sottile?
Per non far beccare gli uccelli?
Per proteggere la frutta dal sole forte? (ne dubito)
Per una sorta di rilascio graduale dell'acqua attraverso la carta?

Mistero!!!!!

 
E vorrei farvi notare le dimensioni delle pesche... e vi posso dire che erano pure buone!!!

Una volta finito di raccogliere le 2 pesche che l'azienda agricola ha deciso di darci in souvenir (e conoscendo il mondo del commercio, la scuola le avrà pagate tutte), siamo andati all'interno dell'azienda agricola per la nostra grigliata.
Premetto che qua hanno un'idea di barbeque molto diverso dal nostro, da noi gira tanta di quella carnazza che qua impallidirebbero, mentre qui la carne è davvero molto costosa, e quindi la loro grigliata è composta da bistecche da cuocere su una piastra rovente e accompagnare con verdure, riso e salsa teriyaki che da un sapore ottimo alla carne!
Però c'è da dire che fare un pranzo a base di Yakiniku sotto ad una vigna è davvero notevole!!!

 
 
 
 
 
 
















E dopo un pranzo, ovviamente cronometrato alla giapponese come tutte le altre tappe, si riparte per le ultime 2 tappe della gita: l'herbs garden e la Manns Winery.

L'Herbs Garden è un giardino botanico in cui sono coltivate varie tipologie di erbe e piante, dal rosmarino al geraneo, dai girasoli alla menta, una meraviglia di colori e profumi.... E poi per uno che non sente il profumo di rosmarino fresco da mesi, sentire l'essenza di rosmarino sulle dita dopo aver sfregato le foglie è un vero e proprio ritorno all'aria di casa!

 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
Poi dopo un giro lungo questi colori e profumi, con la guida giapponese che ci spiegava gli utilizzi dell'aloe e delle varie essenze profumate (la stessa guida che vedete nella foto qua sotto mentre indica un cartello), entriamo dentro un edificio prettamente commerciale, in cui la guida ci mostra gli utilizzi dei prodotti che vengono prodotti dall'azienda.
Il posto perfetto per un'amica a caso a cui piacciono "questo genere di puttanate" erboristiche
(Elisa, non sono queste le esatte parole che useresti?)

 
 

E dopo la tappa turistico commerciale tra te alla pesca e succhi di mirtillo concentrati, è arrivato il momento dell'ultima tappa, la Manns Winery.... E lì arriva il momento in cui io e gli altri 3 italiani del gruppo facciamo notare il nostro essere italiani, e quindi in un certo qual modo intenditori di vini, ci avviciniamo alla Sensei principale della mia classe (nonchè nostra accompagnatrice nella gita) e le diciamo che ci fingeremo sommelier italiani per sentire più vino possibile, e la sua risposta è stata un giapponesissimo "siete proprio furbi...."...
E infatti quando siamo entrati e ci hanno dato come bicchiere un misurino da medicine, abbiamo iniziato ad assaggiare tutte le bottiglie di vino presenti sui banconi....
Devo dire che in Italia abbiamo una cultura e una qualità vinicola eccelsa, e sentire Cabernet, Moscato e Gernischt giapponesi mi fanno un pochino sentire la mancanza dei buoni vini italiani... Soprattutto perchè erano abbastanza tristi!!!
Per fortuna nel supermercato vicino casa ci sono dei buoni vini italiani, mi viene quasi voglia di andare a prendermi una bottiglia di Chianti.... quasi quasi.....