sabato 6 luglio 2013

Ciao

Ci sono cose nella vita che ti aspetti, cose che colpiscono in una triste serata del venerdì, ma nonostante l'attesa la tristezza che ti entra dentro è talmente grande che metterci un freno è impossibile.
Ecco questo è stato il mio venerdì sera.
Tornare a casa e accorgersi che una preghiera sentita fatta davanti al Buddha della misericordia è stata esaudita. Purtroppo!

E quando ho ricevuto la notizia il sollievo eterno e una profonda tristezza mi sono venuti a fare compagnia, e i ricordi hanno cominciato a scorrere....

Mi ricordo di giornate a Riva del Garda a lanciarmi nella piscinetta dell'albergo, con gli sguardi divertiti dei miei nonni e di mia madre mentre mi tuffavo e nuotavo, ricordo le sere passate a giocare a carte con loro in quella vacanza.
Mi ricordo dei pomeriggi passati dai nonni quando smontavo il divano per farci una casetta, con mia nonna che ostiava guardandomi.
Mi ricordo passeggiate in montagna e mi ricordo di Serramazzoni.
Mi ricordo di quando andavo in negozio, nel suo negozio, e giravo tra gli scaffali, nascondendomi per giocare, quando prendevo i mentini e me li mangiavo (cosa che faccio tuttora e nello stesso contenitore da cui li prendevo quando ero piccolo), mi ricordo quando dal negozio prendevo le mie 2000 lire e andavo giocare a videogame al bar roma.
Mi ricordo quando da piccolo andavo in negozio e vedevo mio padre, mia madre, mia nonna, Mio nonno, sua sorella e una commessa, tutti indaffarati nel loro lavoro, e nel retro magari c'era il mio bisnonno che puliva i fagiolini da bollire.
Mi ricordo quando arrivavano in negozio certi clienti, mi guardavano e mi chiamavano "Ferari cèc", che, per chi non sa il dialetto modenese, vuol dire "Ferrari piccolo"; quando mia madre diceva che per metà somigliavo a mio padre e per il taglio degli occhi e della fronte assomigliavo a mio nonno;
mi ricordo qualcuno che ogni tanto mi diceva "sei tutto tuo nonno" e alla mia risposta "veramente sono uguale a mio padre", la controrisposta era "beh io mi ricordo di tuo nonno quando era qui in negozio e sei proprio uguale a lui...".

Poi c'è stata la malattia, una malattia che se l'è portato via giorno dopo giorno, inesorabile, ineluttabile, imbloccabile. Una malattia che gli ha tolto tutto, la vecchiaia, la gioia, persino l'orgoglio e la dignità. Ma non gli ha tolto l'amore della sua famiglia, anzi quell'amore è aumentato, si è moltiplicato, ci ha stretti tutti quanti uno vicino all'altro. Nella mia mente risuoneranno sempre le parole del medico che lo seguiva: "il signor Luciano è davvero una persona curata, seguita, amata, se non avesse tutto questo affetto intorno a sé, ci avrebbe lasciato ormai da 10 anni".

Rimpiango tantissimo la sua assenza e la sua forza del corso degli ultimi anni, lui non avrebbe permesso certi errori, lui non sarebbe stato fermo a guardare ma sarebbe stato il primo a tirarsi su le maniche e a dare una mano a tutti quanti, lo avremmo visto prendere il furgone e venire in negozio, andarsi a prendere il suo caffè, fare 2 chiacchiere in dialetto coi clienti e rimanere quella colonna storica che è stato anche grazie al suo negozio.

Di mio nonno mi resteranno tante cose, tanti ricordi, tanti luoghi in cui sono cresciuto, dal negozio alla sua casa...
E mi resterà sempre impresso nella mente il sorriso enorme che negli ultimi anni, seduto sulla sua poltrona in cucina, a guardare forzatamente la TV, ci faceva ogni volta che vedeva noi della sua famiglia, noi nipoti, le sue figlie, i fratelli e i parenti vari.
Un sorriso stupendo ma velato da uno sguardo di immensa tristezza.

Ora ai nostri pranzi in famiglia ci sarà per sempre un posto vuoto!

Ora che hai smesso di soffrire, donaci quella forza che ti ha accompagnato per tutta la tua vita.
Mi sa che ne avremo bisogno!!!
Ciao Nonno